I Quotidianacom raccolgono in un libro i testi di tre loro spettacoli che hanno per tema un grande rimosso della nostra società, la morte, quella fisica e quella delle ideologie e delle credenze che ci hanno accompagnato per anni.
I due artisti riminesi fanno un teatro antipatico, antifrastico, omeopatico.
Antipatico, nel senso di anti-patetico, senza pathos, basato su sventagliate di domande e risposte, in stringenti dialoghi sul nostro presente, continuamente deraglianti nelle paludi del senso comune. Non possiamo attribuire loro la famosa frase che chiude il Tractatus di Wittgenstein: “Di ciò di cui non si può parlare, si deve tacere. Loro non tacciono su nulla perché, dopo il filosofo tedesco, Guy Debord ha rivelato i meccanismi della società dello spettacolo, quella in cui tutto si mostra, si esibisce, si dice, e in essa siamo ancora immersi.
I Quotidianacom smontano, con arguzia e umorismo corrosivi e antifrastici, perfino con partecipato dolore, la melassa comunicativa che ci avvolge, con un pensiero a Karl Kraus. Arrivano, per questa strada, anche a rovistare impietosamente nelle loro stesse vite, mettendo in scena sentimenti forti (lo spegnersi del padre di Paola in ospedale, per esempio), sempre con apparente imperturbabilità o c(l)inica distanza.
In questo senso il loro teatro è omeopatico: cerca di guarirci dallo sciocchezzaio nel quale quotidianamente ci crogioliamo, com-mutandolo in lallazione che susciti la coscienza, in chi guarda, in chi ascolta, in chi legge, di essere di fronte a un continuo vaniloquio. Sul vuoto, che tutto risucchia.
Tutto è bene quel che finisce
libro di Roberto Scappin e Paola Vannoni (Quotidianacom)
A cura di Graziano Graziani, Titivillus, 2022

Edipo e Apollo, l’oscuro
La tragedia greca è un oggetto lontano, difficile da interpretare, da far rivivere. Dal Novecento in poi l’abbiamo vista affidata